All'inizio di ogni
capitolo dei libri Malazan si può trovare una poesia, un proverbio,
un detto popolare, riproduzioni di altri testi, canzoni, poemi epici
e scorci sul passato.
Ho deciso
di riportare le “introduzioni” anche qui sul blog, perchè le
ritengo importanti sia per il nuovo lettore, sia per i veterani. Al
loro interno farete alcuni piacevoli scoperte sul mondo Malazan e
sono sicuro che riuscirete ad apprezzarle anche se le poesie non
sono il vostro forte.
Sotto alla
versione tradotta in italiano è presente la versione originale in
inglese della stessa introduzione.
In
questo articolo copriremo l'introduzione al CAPITOLO 11
de “I
GIARDINI DELLA LUNA”.
Possibili
SPOILER
per
chi non ha letto il capitolo corrispondente.
I
GIARDINI DELLA LUNA – CAPITOLO 11
Ho sognato una moneta
Dal volto mutevole –
Quanti volti giovanili,
quanti sogni preziosi,
e girava e suonava
intorno al bordo dorato
di un calice
incastonato da pietre
preziose.
Vita di
Sogni
Ilbares la
Strega
I dreamed a
coin
with shifting
face –
so many
youthful visages,
so many costly
dreams,
and it rolled
and rang
'round the
gilded rim
of a chalice
made for gems.
Life of
Dreams
Ilbares the
Hag
__________________________________________________
La notte era
scesa
mentre vagavo
il mio spirito
slegato
dalla terra o
dalla pietra
districato
dall'albero
libero da
chiodi di ferro
ma come la
notte stessa
un sussurro
d'aria
privato di luce
così giunsi da
loro,
gli scalpellini
che tagliano e incidono
la pietra nella
notte
illuminati
dalle stelle e guidati da una mano.
“Che ne è
del sole?” chiesi loro.
“Non è forse
il suo mantello rivelatore,
il calore della
ragione
delle vostre
forme?”
E uno fra loro
rispose:
“Nessuna
anime può sopportare
gli strali di
luce del sole
e la ragione si
offusca
quando scende
l'oscurità –
così nella
notte noi modelliamo tumuli
per te e la tua
specie”.
“Allora
perdonate la mia interruzione”, dissi io.
“I morti non
interrompono”, replicò lo scalpellino,
“arrivano”.
La Pietra
del Povero
Darujhistan
The night held
close
as I wandered
my spirit
unfooted
to either earth
or stone
unravelled from
tree
undriven by
iron nail
but like the
night itself
a thing of air
stripped of
light
so I came upon
them,
those masons
who cut and carved
stone in the
night
sighting by
stars and battered hand.
“What of the
sun?” asked I of them.
“Is not its
cloak of revelation
the warmth of
reason
in your
shaping?”
And one among
them answered,
“No soul can
withstand
the sun's bone
of light
and reason dims
when darkness
falls –
so we shape
barrows in the night
for you and
your kin”.
“Forgive my
interruption, then”, said I.
“The dead
never interrupt”, said the mason,
“they but
arrive.”
Pauper's
Stone
Darujhistan
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